Rosemary’s Baby.

La recensione del film.

Diretto da Roman Polanski nel 1968 e tratto dall’omonimo romanzo di Ira Levin, “Rosemary’s Baby” è un vero e proprio cult della cinematografia.

In “Rosemary’s Baby” Rosemary (Mia Farrow) e Guy (John Cassavetes) sono una giovane coppia di sposi che vive a New York. Lui è un attore alle prime armi che spera e tenta in tutti i modi di fare carriera e successo, lei lo sostiene e si prende cura dell’elegante appartamento che hanno appena iniziato ad abitare. Quando Rosemary resta felicemente incinta cominciano ad accaderle una lunga serie di maligne e strane cose: ben presto la giovane donna inizia a sospettare che il marito, con la complicità dei loro strambi e invadenti vicini di casa – i Castevet – abbia fatto di lei una vittima sacrificale e che attraverso un rituale di stregoneria i tre abbiano intenzione di rubarle il figlio che porta in grembo…

“Rosemary’s Baby” è un horror che non ha nulla a che vedere con i film dello stesso genere che siamo ormai abituati a vedere negli ultimi anni e dove tutto è basato sulla regia, sui tecnicismi e sugli effetti speciali. In “Rosemary’s Baby” quella che conta – e che fa effetto – è la storia, ben scritta e altamente inquietante, e una recitazione di altissimo livello da parte dei suoi interpreti (Mia Farrow in primis, davvero eccezionale).

Non a caso, nel 1969, “Rosemary’s Baby” fece incetta di prestigiosi premi, dall’Oscar, al Golden Globe, al David di Donatello. Un film che vale assolutamente la pena di recuperare. O di rivedere.

By Luisa Scarlata

Rosemary’s Baby.

8/10

Titolo: Rosemary’s Baby.
Nazione: USA.
Genere: Horror.
Durata: 136 min.
Regia: Roman Polanski.
Interpreti: Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer.
Uscita: 1968.

Rosemary’s Baby.