The Hunting Party.

Al di là dei titoli con un look molto anni ’70, “The Hunting Party” è una pellicola attuale e ispirata a una storia vera. Nel film viene narrata la vicenda di Simon Hunt, celebre giornalista inviato di guerra (interpretato da Richard Gere) e del suo fidato cameraman Duck (Terrence Howard).

Hunt (da cui “The Hunting Party” appunto), sconvolto dalle atrocità della guerra (parliamo del conflitto jugoslavo) che gli ha portato via anche la donna amata, perde il controllo durante una diretta tv. Per questo si gioca la carriera mentre il suo cameraman e amico, Duck, viene promosso al suo posto. Passano gli anni e Simon torna a trovare Duck, oramai imborghesito, per offrirgli l’occasione di un pericoloso scoop che li riporterebbe a vivere una situazione sul filo del rasoio proprio come ai vecchi tempi. Duck all’inizio dubita ma poi cede al fascino dell’amico e della sua rischiosissima proposta: catturare “La Volpe”, criminale di guerra bosniaco che né la Nato né l’Onu sembrano interessati a stanare.

“The Hunting Party” è una pellicola avvincente e, nonostante il tema impegnativo, anche divertente grazie ad una intelligente ironia che aggiunge valore al film. Il regista Richard Shepard riporta alla ribalta un modo di fare giornalismo glorioso (e di questi tempi, si sa, ce n’è davvero bisogno), affidando a Richard Gere e ai suoi colleghi (tra cui anche il giovane Jesse Eisemberg) il ruolo dei reporter-eroi. Allo stesso tempo Shepard denuncia il lassismo delle autorità internazionali che per troppo tempo “cercano” di catturare i criminali di guerra forse senza impegnarsi abbastanza per riuscirci.

“The Hunting Party” non è forse il classico “filmone hollywoodiano” ma è senza ombra di dubbio un buon film, con una bella storia che fa riflettere. Vederlo, vale sicuramente la pena.

By Luisa Scarlata