Foxcatcher.

“Foxcatcher” (tratto da una storia vera) è un film drammatico diretto da Bennet Miller e interpretato, nei ruoli principali, da Channing Tatum, Steve Carell e Mark Ruffalo.

In “Foxcatcher” siamo nel 1984. Il wrestler medaglia d’oro alle Olimpiadi Mark Schultz viene invitato dal milionario John du Pont a trasferirsi nella sua lussuosa residenza per fare da allenatore ad una nuova squadra di lottatori in vista dei giochi olimpici di Seul del 1988. Schultz accetta intravedendo un’ottima opportunità per la sua carriera ma soprattutto l’occasione giusta per allontanarsi finalmente dall’altrettanto celebre e venerato fratello Dave di cui Mark è sempre stato l’ombra più fragile e insicura. John du Pont, però, rivela ben presto di essere un uomo psicologicamente disturbato e succube di una madre che non lo ha mai apprezzato. Dopo essersi trasformato in una sorta di figura paterna nei confronti di Mark, improvvisamente volta faccia al punto da decidere di sostituirlo nel suo ruolo proprio con il fratello Dave. Un perverso gioco al massacro che porterà a tragiche conseguenze…

“Foxcatcher” – egregiamente interpretato dai tre protagonisti principali Channing Tatum, Steve Carell e Mark Ruffalo – è un dramma potente e non soltanto perché racconta di una tragica vicenda realmente accaduta. Si tratta della cura con cui è scritto e dalla sofferta passione con la quale è diretto e soprattutto interpretato.

In “Foxcatcher” infatti non c’è, come dicevamo, soltanto la narrazione di una drammatica realtà, piuttosto un’attenta analisi delle fragilità umane: vincitori e vinti nello sport come nella vita, una vita nella quale si può picchiare ed essere picchiati nei modi più diversi e spesso più nella psiche che nel corpo. Contraddizioni, contrasti: si può alzare in alto, davanti alla folla urlante, il braccio del vincitore e sentirsi, allo stesso tempo, più fragili del cristallo; si può avere un fisico mastodontico ed un animo cagionevole.

Si può. Miller ce lo sa raccontare, vale la pena ascoltare.

Il trailer: assolutamente affidabile.

Luisa Scarlata