Recensione del film.
Si è detto che “Gran Torino” non ha vinto nulla agli Oscar 2009 perché è un film che non rispecchia quello che al momento può essere definito come il “mood Obama”. Premesso che ad una lettura più profonda in realtà non è nemmeno così, noi ci teniamo a cominciare dicendo subito che “Gran Torino” – Oscar o non Oscar – è un grande, grandissimo film.
Clint Eastwood è Walt Kowalski, un veterano della guerra in Corea che ha appena perso la moglie, ha un rapporto freddo e distante con i figli e vive in un quartiere “infestato” da stranieri (asiatici e neri soprattutto) per i quali nutre un odio profondo. A suo agio solo con le birre, la Gran Torino che custodisce gelosamente nel garage e il suo cane, Kowalski cambia inaspettatamente il suo modo di vedere e di vivere la vita il giorno in cui – suo malgrado – viene a contatto con la famiglia di asiatici (di etnia Hmong), che vive proprio accanto alla sua proprietà. La famiglia di stranieri, che Kowalski scopre essere composta da persone perbene, gentili e affettuose e infatti presa di mira da una gang di giovani malavitosi. Kowalski, che ha preso a cuore soprattutto i giovani asiatici suoi vicini di casa – Thao e Sue – si trasforma dunque improvvisamente nel loro protettore finendo per mettere in gioco tutto ciò che ha pur di proteggerli dalla violenza che li perseguita e li circonda.
Clint Eastwood ci regala con Gran Torino un personaggio tanto complesso quanto meraviglioso e indimenticabile. L’anziano Kowalski, burbero, scontroso, apparentemente (e ferocemente) razzista è in realtà un uomo emarginato nella sua vecchiaia che non sa più a chi poter dare davvero qualcosa di sè. Il suo modo di essere risulta quindi via via sempre più una maschera che egli indossa per continuare ad esistere, piuttosto che un autentico sentire: una maschera che non fa fatica a cadere quando Thao e Sue, così diversi da lui, dai suoi nipoti e dal mondo Occidentale in genere, risvegliano in lui la voglia di continuare a dare e a darsi. Una figura triste, malinconica e al tempo stesso poetica, quella di Kowalski, che entra nelle viscere dello spettatore per non abbandonarlo nemmeno dopo la fine del film.
Straordinaria come sempre l’interpretazione di Eastwood così come da Oscar è la sceneggiatura di Gran Torino (gran finale incluso) e i suoi formidabili dialoghi. Un film che non potete assolutamente perdervi.
Luisa Scarlata
Titolo: Gran Torino
Nazione: USA
Genere: Drammatico
Durata: 116 min
Regia: Clint Eastwood
Interpreti: Clint Eastwood, Christopher Carley, Bee Vang, Ahney Her, Brian Haley, Scott Eastwood
Uscita: 13 Marzo 2009
Sito: Gran Torino