Jobs.

“Jobs” è un film drammatico (basato sulla vita del celebre creatore della Apple) diretto da Joshua Michael Stern e interpretato, nel ruolo principale, da Ashton Kutcher.

In “Jobs” il racconto del fondatore della Apple inizia intorno al 1972, quando Steve dopo essersi diplomato a Cupertino, si iscrisse all’università per abbandonarla dopo solo un semestre preferendo il lavoro agli studi accademici. Il racconto prosegue poi con le vicende principali della sua vita privata ma soprattutto lavorativa fino ad arrivare alla fine degli anni ’90 quando – dopo essere stato brutalmente licenziato – tornò ad essere il CEO ad interim della Apple.

Guardando il “Jobs” di Stern, viene per prima cosa da chiedersi: scusate, ma dove è l’altra metà del film? Sì, insomma, dove sono finiti l’iPod, l’iPhone, l’iPad e tutto quello che è successo dal 1997 in poi? Perché mai un film postumo dovrebbe fermarsi a metà di una vita e di una carriera così straordinarie?

Accantonate queste prime (ma inevitabili) perplessità e analizzando invece quello che c’è nel lavoro di Stern, non si può fare a meno, purtroppo, di sottolineare un’altra serie di debolezze. La pellicola dedicata al genio della Apple infatti, ci appare fin dalle primissime battute un bel compitino di scuola media piuttosto che una ricercata tesi di laurea.

La ricetta facile, insomma, si manifesta palese e in tutta la sua superficialità: ci mettiamo le droghe e gli acidi, le camminate a piedi scalzi, le donne, qualche bella sfuriata in ufficio e soprattutto tanta ma tanta musica che fa sfrontatamente anni ’70 prima e poi “successful man” dopo ed ecco che il ritrattino di Jobs è bello che pronto.

La verità però è che Jobs era talmente tanto di più, che questo tentativo così semplicistico di descriverlo e di raccontarlo finisce con il risultare – in particolar modo in alcune specifiche parti del film – quasi irritante se non offensivo.

Alla fine, “Jobs” appare dunque come un film fatto per chi non ne sa nulla e penserà poi di sapere piuttosto che per chi invece sa tutto e ne avrà ben donde di storcere il naso tanto di qua che di là.

Peccato davvero. Somiglianza strabiliante di Kutcher a parte, su Jobs si doveva fare oltremodo di più.

Il trailer: sufficientemente onesto.

Luisa Scarlata