La custode di mia sorella.

“La custode di mia sorella” è un film drammatico di Nick Cassavetes e interpretato da una bravissima Abigail Breslin (già vista nello splendido “Little Miss Sunshine”) e da un’insolita Cameron Diaz.

In “La custode di mia sorella” Sara Fitzgerald (Cameron Diaz) è mamma di tre figli. Kate, ammalata di una gravissima forma di leucemia, Jesse, unico figlio maschio e Anna (Abigail Breslin), concepita in provetta appositamente per poter aiutare a sopravvivere – con i suoi organi – la sorella maggiore Kate. Anna, finché è una bambina, accetta senza resistenze il suo “duro” ruolo, finché non diventa adolescente e decide di ribellarsi: si reca dunque da un avvocato (Alec Baldwin) per chiedere l’emancipazione medica e riprendersi così i diritti sul suo corpo…

“La custode di mia sorella” è un film duro che fa riflettere. Oltre a raccontare il dramma di una famiglia colpita da una gravissima malattia, affronta il tema da un punto di vista che nessuno aveva mai rappresentato finora: quanto è giusto “approfittare” delle nuove possibilità medico/scientifiche se queste portano però sofferenza e sfinimento ad un essere umano (addirittura in questi casi “creato” apposta) seppur lo scopo nobile è quello di salvarne un altro?

Guardando “La custode di mia sorella” ci si sente lacerati letteralmente in due: se da una parte si comprendono le motivazioni di una madre disperata, dall’altra non si può non capire l’esigenza della piccola Anna di voler uscire da tutto questo. Cassavetes ci offre dunque spunti di profonda riflessione. Forse pecca un po’ di lentezza e di scelte registiche alternative ma poco compiute; tuttavia “La custode di mia sorella” rimane un film assolutamente valido e ben interpretato (soprattutto da una sorprendente Cameron Diaz).

“La custode di mia sorella” di certo non fa ridere (ci mancherebbe!) ma non è un film che strappa le lacrime, semmai le fa scendere soltanto. Non c’è niente di male. E non bisognerebbe averne paura.

Luisa Scarlata