La promessa dell’assassino.

David Cronenberg ci regala davvero un bel film. Attraverso immagini, facce e colori glaciali ci introduce in una storia cupa, cruda e misteriosa. Una giovanissima donna che muore dando alla luce un figlio, una famiglia inquietante che gestisce uno strano ristorante, un diario che svela atroci verità, la mafia russa, criminalità e prostituzione. E al centro di tutto lei, Anna, ostetrica di fatto e di cuore; una donna che non si arrende e che cerca giustizia ad ogni costo.

Un film – La promessa dell’assassino – crudo e violento in un modo tutt’altro che scontato. Un film che ti prende e ti accompagna teso fino alla fine dove poi ti abbandona d’un tratto arrabbiato per non aver capito con certezza come è andata a finire o come andrà.

Fondamentale per la riuscita del film (e Cronenberg lo sapeva bene) l’azzeccatissimo cast: Viggo Mortensen (l’autista Nickolai), pieno di spigoli nel fisico quanto nel carattere del suo personaggio chiave così pieno di sorprese (memorabile la scena del suo combattimento nudo nella sauna; solo pelle, tagli e sangue, per una perfetta simbologia del male). Vincent Cassel (Kirill, detto il Principe), con quella sua faccia perfetta da psicopatico cattivo. Naomi Watts (l’ostetrica Anna), e i suoi luminosi capelli biondi che quasi stonano con le atmosfere cupe della Londra piovosa e invernale dentro cui si muove. Infine i tatuaggi, co-protagonisti di primo piano di questo riuscitissimo noir contemporaneo. Non come siamo abituati a concepirli noi, ovvero come inutili segni di una superficiale vanità, ma piuttosto preziosi simboli che raccontano chi sei e da dove vieni e soprattutto decidono cosa diventerai e dove potrai andare.

Il consiglio è dunque di vedere Eastern Promises. Che non rimarrete delusi, è di fatto una promessa.

Luisa Scarlata