Parlami d’amore.

“Parlami d’amore”, il libro scritto da Sivio Muccino e Carla Vangelista (che ha venduto ben 300mila copie) è tutto sommato leggibile. Bisogna avere il coraggio di ammetterlo. Sì, insomma, se parliamo di questo genere di romanzi Helen Van Slike, e non solo lei, ha fatto di peggio.

“Parlami d’amore” il film, invece, delude. Silvio Muccino pecca infatti, in questa sua opera prima di regia, un po’ di manierismo. Forse era troppo coinvolto: fatto sta che la sensazione che si ha vedendo il suo film è che Muccino abbia un po’ esagerato in tutto, annientando quella spontaneità che l’aveva fino adesso contraddistinto facendone un ragazzo di successo.

Troppo dramma, troppe citazioni (di un cinema troppo “alto”), troppi stereotipi, troppi dolori e tormenti. Con il risultato di ottenere poca credibilità e un certo fastidio. Anche i dialoghi sono abbastanza basici, sintomo della mancanza di un pensiero profondo, quantomeno sul come trasmettere al pubblico il messaggio che si intende far passare. “Parlami d’amore” non è tuttavia il film di un regista presuntuoso, piuttosto quello di un ragazzo che per l’eccessiva voglia di dimostrare quanto vale si è lasciato trascinare dall’abbaglio della forma, dimenticando un poco la sostanza.

Quello che rimane è dunque un film mediocre con una bellissima canzone di Skin (“Tear Down These Houses”). E la simpatia per Silvio Muccino che in ogni caso, questo non si può negarlo, è uno che ce la mette davvero tutta. Forse, quello che poteva fare per una miglior riuscita del suo “Parlami d’amore” era parlarne un po’ meno. E ascoltarsi di più.

Luisa Scarlata