Patch Adams.

Esattamente 10 anni prima del bellissimo “Pa-ra-da”, un altro film – “Patch Adams” – in tutt’altro contesto (quello strettamente medico), si dedicava alla cosiddetta “terapia del sorriso”, quella pratica che vede cioé nell’allegria la cura a tutti i mali (e in questo caso ai malati) del mondo.

Tratto liberamente dall’autobiografia di Hunter “Patch” Adams (medico statunitense nato nel 1945 e ideatore della clownterapia), “Patch Adams” racconta appunto con enfasi la vita di questo uomo straordinario che – per assecondare la sua predisposizione ad aiutare il prossimo – si iscrive alla facoltà di medicina cominciando però fin da subito a coltivare un modo tutto suo di aiutare i malati: attraverso il sorriso e le trovate più strambe e più buffe Adams risolleva l’umore dei pazienti migliorando così, attraverso la mente, anche il loro effettivo stato di salute. Un metodo che suscita però enorme invidia e diffidenza da parte dei colleghi e superiori i quali cercano di osteggiare “Patch” in tutti i modi…

Grazie anche all’interpretazione di un Robin Williams sempre perfetto in questo genere di ruoli, “Patch Adams” si rivela fin da subito un film capace di “prendere” lo spettatore sia per la sua storia autentica ed ispirata ad una persona realmente esistente (e davvero fuori dal comune) sia per la sua enorme carica emotiva (e positiva).

Una bella morale (anche se forse con qualche stereotipo di troppo) e un susseguirsi di eventi ad alto tasso di lacrime (o comunque di sana commozione) fanno il resto.

Se “Patch Adams” è uno di quei film che vi è sfuggito provate a recuperarlo: scoprirete che esiste un dottore certamente diverso da tutti quelli che vi sarà capitato di incontrare nella vostra vita. E che si può essere malati senza per questo dover essere condannati a morire di tristezza.

Luisa Scarlata