The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz.

“The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz” è un docu-film scritto, diretto e prodotto da Brian Knappenberger.

In “The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz”, Brian Knappenberger racconta appunto, tramite una serie di testimonianze, la storia e la vita di Aaron Swartz – programmatore e attivista statunitense, co-fondatore di Reddit e co-autore della prima specifica dell’RSS nonché della licenza Creative Commons. Da sempre convinto sostenitore del concetto di open source, Swartz venne arrestato il 19 luglio del 2011 dall’FBI per aver scaricato 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR; liberato dietro cauzione, in attesa di processo, Aaron rischiava però fino a 35 anni di carcere e una multa salatissima. Il giovane Aaron, schiacciato dal peso di questa terribile, assurda ed incombente minaccia, si tolse la vita l’11 gennaio del 2013 impiccandosi nel suo appartamento di Brooklyn, New York.

Nell’epoca in cui viviamo, il meraviglioso docu-film di Brian Knappenberger dovrebbe essere visto nelle scuole e diffuso in generale a più non posso, non solo perché racconta la vita di un bambino, di un adolescente e poi di un ragazzo straordinario, lontano anni luce dal buio e dal nulla di cui tristemente si circonda la gran parte della gioventù odierna, ma perché porta alla ribalta un tema che oggi più che mai non può essere ignorato, ovvero il diritto alla conoscenza e alla libera circolazione delle informazioni sul web.

Aaron Swartz, oltre ad essere una mente geniale, era un sognatore, un idealista, soprattutto un ragazzo estremamente convinto che il mondo non soltanto può, ma DEVE essere reso un posto migliore per tutti. Per dimostrarlo Swartz ci ha messo – rischiando – tutto ciò che aveva di se stesso al punto di finire in un paradossale (e vergognoso) pasticcio politico/giudiziario più grande di lui.

Swartz, che era sì un ragazzo prodigio ma anche una persona estremamente sensibile e delicata, non ha retto a quella gigantesca e impietosa macchina che minacciava continuamente di schiacciarlo, così ha deciso di andarsene lasciando il mondo intero orfano di un meraviglioso essere umano e di uno straordinario portento.

Nel nostro piccolo, piccolissimo, questa recensione è dedicata a lui.

Luisa Scarlata