Un bacio romantico.

Wong Kar Wai ci ha provato e ci è fondamentalmente riuscito: ad uscire da un certo formalismo che lo rendeva forse un autore bravissimo ma ancora di nicchia; ad avvicinarsi – e non solo formalmente – un po’ più alla nostra lingua. Eccoci così di fronte a una storia che racconta di un viaggio, di un punto di partenza che coincide con il punto di arrivo, di un percorso che è sì reale ma rappresenta soprattutto una evoluzione interiore non solo della protagonista – una Norah Jones da applaudire nel suo debutto oltre la musica – ma di tutti coloro che Elizabeth (la Jones, appunto) incontra sulla sua strada.

Di per sé la trama di “Un bacio romantico” non è nulla di particolarmente originale (Elizabeth è una giovane donna che, tradita dal suo compagno, decide di lasciare New York e il suo neo amico Jeremy, proprietario di un caffè, e di “abbandonarsi” ad un viaggio per superare la sua feroce delusione) ma Wong Kar Wai, con maestria, la trasforma in materia su cui riflettere. A livello inconscio lo spettatore è catturato da una scelta estetica ricercata ed originale in cui i colori forti e accesi la fanno da padroni ponendo gli accenti sulle vicende che via via si sviluppano durante la storia.

A dire il vero un po’ troppo lunghi, in alcuni momenti, i tempi di narrazione; interessante, invece, l’idea delle “coincidenze” che accomunano i protagonisti (Jeremy ed Elizabeth, entrambi colpiti e sanguinanti al naso; Arnie e la moglie Sue Lynne che si trovano, seppur “violentemente” separati, allo stesso bancone del bar davanti ai propri “conti” da pagare) in una sorta di corsi e ricorsi storici, di contrapposizioni che si esprimono paradossalmente, appunto, in sconcertanti uguaglianze. Infine un piccolo plauso al titolo originale (ignobilmente tradotto in italiano) perché con estrema sintesi riassume la metafora più dolce del film: non è detto che una torta ai mirtilli che in pochi forse desiderano a prima vista, non sia invece una autentica delizia da condividere con chi – come noi – è capace di fare scelte non sempre scontate.

Luisa Scarlata