X-Men Apocalypse.

X-Men Apocalypse è il sequel del film X-Men Giorni di un futuro passato, nonché nona pellicola della serie cinematografica degli X-Men tratta dai fumetti della Marvel Comics.

In questo capitolo i nostri supereroi hanno il compito di impedire a En Sabah Nur – il primo mutante della storia venerato come un Dio e risorto dall’antico Egitto dopo secoli di esilio – di annientare la razza umana e il mondo che conosciamo. E qualcuno ne sarebbe felice vista l’ambientazione anni ’80, ma colori accesi e abbinamenti improbabili a parte, quello che lascia veramente di stucco (e purtroppo non in senso positivo) sono i contenuti: inesistenti, triti, ritriti e telefonati. Gli-umani-sono-cattivi. No-gli-umani-sono-indifesi. Costruisci-cerebro-distruggi-cerebro. Wolverine-non-ricorda-nulla. Magneto-e-Auschwitz. Jean-è-la-più-potente-ma-non-lo-sa.

Un collage di scene rubate alle pellicole precedenti che neanche il gene mutante di super attori, come McAvoy, Fassbender e Lawrence, può rendere interessante. Non sorprende neppure Sophie Turner alias Jean e Sansa Stark de Il Trono di Spade. Forse, avrebbe fatto meglio a restare al Castello Nero al fianco di John Snow.

Invece, una nota positiva – ebbene sì – va alla musica di John Ottman, fedele collaboratore del regista Bryan Singer, che in questo film ci strappa una risata con una sapiente regia al rallentatore, non inedita, del velocissimo e (quasi) imprendibile Quicksilver.

Insomma, quello che X-Men Apocalypse ci ha insegnato è che l’umanità con il tempo potrà anche evolversi in una forma superiore, ma le trame cinematografiche, purtroppo, a volte restano quelle di sempre.

In conclusione, per noi questa pellicola è come l’Apocalisse: se ne vedeste il principio, correreste dalla parte opposta. Ecco, non vi fermate.

Il trailer: l’unica cosa, forse, che vale davvero la pena vedere.

Luisa Scarlata